
Come scrive Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania, gli ultimi dati ISTAT ci dicono che riguardo alla violenza sulle donne siamo ancora in alto mare. Infatti il 31,5% ha subito violenza fisica o sessuale. Inoltre le forme più gravi sono esercitate da partner, parenti e amici e il 43,9% dei femminicidi sono commessi dal partner. In molti casi, quindi, è proprio il nucleo familiare o comunque quello delle relazioni più strette ed intime ad essere il campo di battaglia. Cosa c’è nei nostri legami affettivi/sentimentali che non va? Cosa c’è che non sappiamo e che si rivolta contro di noi? Evidentemente abbiamo bisogno di esplorare le nostre relazioni e i nostri sentimenti, e di parole per esprimere e rielaborare, per “costruire relazioni e legami liberi, “Legami slegati”, appunto.
Questo il nome del progetto avviato con la Consulta regionale femminile, d’intesa con l’ASL Napoli1, durato due anni, basato sulla consapevolezza che la violenza non si combatte solo con l’assistenza sanitaria e sociale, e nemmeno solo con leggi più efficaci, ma che è necessario intervenire sull’educazione dei giovani, all’interno dei percorsi scolastici. L’obiettivo del progetto era di far emergere all’interno delle normali attività didattiche il vissuto emotivo personale e rielaborarlo utilizzando varie tecniche: scrittura, lettura, giochi di fiducia reciproca, messa in gioco del corpo, l’ascolto. Come scrive Laura Capobianco è venuto “fuori un mondo di ragazzi diverso, nel quale si modificano i soliti modi comportamentali di cui sono vittime e artefici i giovani (stereotipi sessisti, atteggiamenti da bullo) … non sono più quelli delle baby bande entro le quali li descrivono i mass media”.
Il progetto è stato un po’ la naturale prosecuzione dell’esperienza realizzata nel 2018 al teatro San Ferdinando, quando, sotto l’occhio attento del prof. Maurizio Fiorillo, furono messi in scena i lavori dei ragazzi di diverse scuole. A quel punto si era formato un bel gruppo di lavoro, tra docenti e consigliere regionali (L. Capobianco, C. Pappalardo, F. Coppola, G. Erra, D. Esposito, L. Irace, A. Longobardi, A. Occhiuzzi, B. Placella, S. Rinaldi, C. Vittoria) a cui si sono poi aggiunti lo psicologo Dario Aquilina e Tina Volpicelli, operatrice dello “Spazio Adolescenti”, gruppo che ha proseguito le attività.
Il lavoro, nonostante l’emergenza Covid che ha travolto la scuola, è andato avanti e, come scrive Ambretta Occhiuzzi, “si è manifestato in una ricca produzione di disegni, scritti, musiche, tableaux vivants, performances teatrali, sketch ironici…tutto rappresentato a fine corso attraverso spettacolo teatrale”.
Adesso il progetto è riassunto in un volumetto, curato da Capobianco, che raccoglie riflessioni degli adulti, fotografie e soprattutto scritti dei ragazzi. Hanno partecipato ragazzi dei licei: “Boccioni Palizzi”, “Antonio Genovesi”, “Margherita di Savoia”, “Giuseppe Mazzini”, “Pasquale Villari”. Si tratta ovviamente di un resoconto parziale, ma documenta il lavoro costante e attento di un gruppo motivato e battagliero, che fa dell’educazione ai sentimenti il punto centrale della sua opera didattica.
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