Una piccola fiamma di umanità: Ada Gobetti

Report di Magda Aiello su una delle Giornate di studi su Ada Prospero Marchesini Gobetti, tenutesi a cura del Centro di Studi Piero Gobetti di Torino.
Nelle giornate dedicate alla talentuosa e relativamente poco conosciuta figura di Ada Prospero Marchesini coniugata Gobetti, tenutesi il 21 e il 28 ottobre e il 2 novembre, si sono affrontati tre aspetti della poliedrica personalità di Ada, ed esattamente in qualità di traduttrice, scrittrice e poi educatrice. Le conferenze erano fruibili sulla piattaforma Zoom e qui ci si vuole soffermare su alcuni aspetti della giornata del 28 ottobre, quelle su Ada scrittrice. Dopo aver esaminato, a cura di Leonardo Vilei, il complesso rapporto editoriale con la casa editrice Einaudi, Lorenzo Resto ha esaminato la produzione narrativa di Ada per l’infanzia, spiegando come soprattutto nel volume “Il Gallo Sebastiano” la scrittrice oltrepassasse di molto i modelli degli anni Venti-Trenta del ‘900, facendo spesso, e sono parole di lei, “il contrario di quello che gli altri si aspettano”. Negli interventi di Chiara Tavella (dal titolo: “D’ora in poi ci chiameremo compagne”) e di Ilaria Filiberti il focus è sull’opera di Ada Diario partigiano, che rappresenta l’esperienza del mondo partigiano, che la scrittrice ha rielaborato negli anni successivi al periodo della lotta partigiana. Note filologiche a questo testo sono state aggiunte da Eliana Fratocchi e Cristina Dusio.
Nella parte dedicata alla possibilità di portare in classe un personaggio così ricco di sfaccettature, la docente Alessandra Catalani, che insegna Lettere in un liceo di Jesi, ci ha raccontato l’ approccio usato con una classe quinta. Il primo passo è stato un’esplorazione della biografia di Ada e Piero Gobetti, e poi l’attività è proseguita con la lettura del Diario partigiano, ponendo ai ragazzi queste domande: con quali sentimenti Ada scriveva il Diario partigiano; quale prospettiva etico-culturale sorreggeva la scrittrice; quale risposta implicita dava a una domanda sulla politica.
Secondo gli alunni Ada possiede uno sfondo di humanitas curvata in senso illuministico; riguardo alla politica, per lei vi è un’esperienza radicata, un consapevole antifascismo, che è anche un collante motivazionale. Si trova nel Diario un senso di responsabilità individuale e collettiva; in un passo (pag. 323 ed. Einaudi) Ada Gobetti scrive : “la politica è un’essenziale forma di vita”.
La cosa interessante è che questi stessi ragazzi chiosano: “per noi invece, oggi, la politica è respingente “.
Ancora, in un altro passo Ada afferma che politica è “tenere viva una piccola fiamma di umanità “.
La docente ha concluso il modulo con una visita scolastica all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR), e i ragazzi hanno lì potuto constatare quanto il diario sia un genere interclassista e quanto sia in grado di restituire anche in termini di vissuto. A questo proposito si può citare il lavoro di interviste effettuato da Gad Lerner per il progetto “Noi partigiani”.
Interviene infine una delle relatrici, Elisabetta Ana, per constatare come sia sorprendente che attraverso un testo di Ada Gobetti dei ragazzi di quinta liceo esprimano consapevolezza della propria estraneità alla politica. Voglio però concludere il resoconto con una nota meno pessimista: certe belle storie vengono di nuovo raccontate : lo testimonia il bel romanzo di Paolo di Paolo, “Mandami tanta vita” (Feltrinelli), che parla di Ada e Piero come di due giovani innamorati che si scrivono lettere, ma dove traspare continuamente la scintilla della politica.
Magda Aiello

Bibliografia
Ada Gobetti, Diario partigiano, Einaudi
Camilla Ravera, Diario di trent’anni: 1913-1943, ed. Riuniti
AAVV, Ada e le altre: legami femminili tra educazione e valore della differenza, ed. Biblion
Gad Lerner, Noi, partigiani. Memoriale della Resistenza italiana, Feltrinelli
Ada Gobetti, Storia del Gallo Sebastiano, Feltrinelli
Paolo di Paolo, Mandami tanta vita, Feltrinelli

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